Si sono concluse nel pomeriggio del 14 giugno, a Castelnuovo Val di Cecina, le tre giornate commemorative degli 83 Martiri di Niccioleta.
Quest'anno il Comune di Massa Marittima ha voluto dare un’impronta diversa alle celebrazioni. Oltre alla parola data alle istituzioni e agli storici, domenica 12 giugno a Niccioleta, gli orfani Bruno Travaglini e Siliano Sozzi hanno potuto esprimere la propria testimonianza diretta. Il giorno successivo, lunedì 13 giugno c’è stato il passaggio del “testimone” della memoria, tra la generazione che ha vissuto questa efferata tragedia e la generazione attuale. Nell'atrio del vecchio forno, luogo della fucilazione dei primi 6 Martiri a Niccioleta, Mario Fatarella del 1925, uno dei deportati ancora in vita, ha raccontato la propria drammatica vicenda. Ad ascoltare erano presenti alcuni studenti della scuola media e i ragazzi della comunità Don Luigi Rossi con emozionanti interventi, coordinati dalla professoressa Romina Zago ed accompagnati dai musicisti Dario Canal e Matteo Turacchi.
Il 14 giugno a Castelnuovo, nella piazza del paese, davanti al cippo dei Martiri, l’orfana, Fiorella Petroni ha letto una lettera del 2016, scritta assieme al suo defunto fratello Giorgio, per ringraziare la comunità di Castelnuovo e la propria amministrazione per il modo affettuoso con il quale venivano accolti e per la decorosa custodia dei luoghi dove son avvenuti i tragici eventi. Poi, davanti al monumento dei caduti in località “il Vallino”, luogo della fucilazione dei 77 minatori, dopo il saluto istituzionale del sindaco di Castelnuovo Alberto Ferrini e dell'assessore di Massa Marittima, Ivan Terrosi
sono intervenute le presidenti delle sezioni ANPI dei rispettivi comuni, Monia Neri e Nadia Pagni. Nadia Fatarella figlia di Mario, sempre presente, ha letto una commovente lettera del gennaio 1945, di un compagno del suo babbo detenuto come lui nei campi di lavoro forzati in Germania. Oltre a Fiorella Petroni erano presenti anche altri orfani, Angela Marchi, Ernada Savelli e Galliano Vagaggini.
“Tanta è stata la commozione tra i partecipanti. – afferma l’assessore del Comune di Massa Marittima, Ivan Terrosi – Da niccioletano figlio del fu deportato Ferio, è stato per me un onore aver rappresentato l’amministrazione comunale di Massa Marittima nei tre distinti momenti. La strage di Niccioleta ha tolto la vita a 83 civili, quasi tutti minatori, ha prodotto 21 deportati, ha lasciato 58 vedove in giovane età con 118 orfani da crescere. Oggi in vita ci sono poco più di 40 orfani e due deportati. Ognuno di loro ha la sua storia, chi è rimasto a Niccioleta, chi è tornato nei paesi di origine alle pendici del Monte Amiata, chi è emigrato e chi è dovuto andare in orfanotrofio. Storie diverse ma con un comune denominatore: uomini e donne destinati a vivere sopportando un atroce dolore che per sempre ha condizionato la loro esistenza. A loro giunga l'affetto della nostra intera comunità”.